
Profumo, quello di una mela succulenta pronta da essere morsa e di cui tutto voglio un assaggio. Non è forse questa la Grande Mela?

Manhatta, già il nome preannuncia lo spettacolo. Sessanta piani in ascensore per raggiungere il nuovissimo ristorante di Danny Meyer aperto nella Grande Mela.
Un progetto ambizioso, uno chef d’esperienza e un panorama mozzafiato: sono questi i tre punti chiavi del ristorante di cui oggi mi raccontiamo.
Non poteva esserci nome più adatto (potremmo dire che “calza a pennello”). Salendo fino al 60esimo piano del grattacielo al 28 di Liberty Street la vista è a dir poco eccezionale; spazia su Downtown Manhattan e verso il Manhattan Bridge in direzione Brooklyn. L’ascensore scorre veloce decine di piani e l’entrata in sala è emozionante. Subito l’occhio vola verso la vista mozzafiato. Un mondo fuori che appare sospeso tra pareti di vetro e alti grattacieli.

Si tratta del classico ed ennesimo locale newyorkese “with a view“(con vista)?
A dare valore aggiunto ci pensa la cucina che si propone di stupire con tante suggestioni dal mondo (e molta cucina francese), ma anche comfort food.
Il prezzo tiene conto della vista: 78 dollari per il menu degustazione di tre portate a scelta servito a cena. La carta tiene conto della stagionalità e presenta 6 opzioni per portata, ma annovera prelibatezze come la mousse di foie gras– qui servito con fragole e peperoncino calabrese, il pollo arrosto e la Blanquette di vitello, inno alla Francia servita con patate, funghi e pan d’epices. Come dolci soufflé alla vaniglia o mousse al cioccolato con meringa.
Il bar scenografico– con lungo bancone che fronteggia la città- la proposta è più informale (pollo fritto con miele caldo, salsiccia di maiale con aglio e salsa al burro).
Presto Manhatta aprirà anche a pranzo. In cucina la brigata si muove sotto l’occhio attento dei commensali.

A proposito di New York e dei nostri consigli per la Grande Mela, noi di LASP System siamo fieri del nostro lavoro al Moxy Hotel (il più grande Rooftop della città).
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Fonte: Gambero Rosso
