Open Heritage: viaggi 3D con l’archivio CyArk


Profumo di terre esotiche


I colori dei templi di Bagan, in Birmania


Il mio colore è il verde, come le sfumature del mare e gli occhi che non hanno mai lo stesso colore. Adoro le acque profumate dal tocco leggero e le note di cocco e vaniglia. Quando sono indecisa su che musica ascoltare saltello a ritmo di rock ‘n’ roll.


Visitare i luoghi più inaccessibili al mondo, scoprire le meraviglie archeologiche distrutte da conflitti e cataclismi naturali, scoprire in ogni dettaglio le bellezze custodite da siti minacciati: sono alcune delle possibilità offerte dalla realtà virtuale e più in particolare dal progetto Open Heritage, frutto della joint venture tra Google e l’organizzazione no profit CyArk.

Specializzata nel campo dell’archeologia digitale, quest’ultima nasce nel 2003 sull’onda dello shock causato dalla distruzione dei Buddha di Bamiyan in Afghanistan. Una perdita culturale cui l’ingegnere Ben Kacyra, fondatore del progetto, ha deciso di reagire confidando nella tecnologia e più in particolare nelle potenzialità della scansione laser tridimensionale. Ne è conseguito un imponente lavoro di documentazione che ha portato allo sviluppo di un archivio 3D che raccoglie le testimonianze relative a centinaia di monumenti a rischio e non solo.

Digitalizzare la storia e l’architettura potrà mai sostituire l’esperienza diretta? Certamente no. Potrà però contribuire a promuovere la conoscenza e a perpetuare la memoria dei capolavori danneggiati o distrutti. Open Heritage offre la possibilità di viaggiare dall’altra parte del mondo, beneficiando della realtà virtuale e dei modelli 3D per visitare i monumenti più significativi senza muoversi dal proprio divano, magari in attesa di partire per davvero.

È possibile interagire con il progetto Open Heritage – presentato ufficialmente lo scorso aprile – attraverso l’applicazione dedicata o il sito Google Arts & Culture. Tra i siti ricostruiti ci sono ad esempio l’antica Stabia e Pompei, distrutte dall’eruzione del Vesuvio, o la città di Ayutthaya, in Thailandia e ancora il complesso Maya di Chichén Itzà in Messico. Grazie ai modelli 3D disponibili il sito offre un’esperienza immersiva all’interno dei templi dell’antica Grecia e tanti altri siti di grande fascino. L’obiettivo dichiarato non è solo intrattenere ma anche promuovere la conservazione digitale.

Avete sempre sognato di fare l’archeologo o vorreste approfondire la missione e i contenuti del progetto? Compilando un apposito modulo, Open Heritage offre la possibilità di richiedere il download dei dati presenti in archivio in modalità open source, a patto di utilizzare il materiale condiviso a beneficio dei siti in questione. Se invece, più semplicemente, vi è venuta voglia di viaggiare, non perdete il nostro articolo dedicato ai luoghi più spettacolari al mondo per cominciare a immaginare la vostra prossima avventura.

Il mio colore è il verde, come le sfumature del mare e gli occhi che non hanno mai lo stesso colore. Adoro le acque profumate dal tocco leggero e le note di cocco e vaniglia. Quando sono indecisa su che musica ascoltare saltello a ritmo di rock ‘n’ roll.

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